L’ha accolta in casa, si è preso cura di lei, le è stato accanto quando stava male. Come un padre. Era l’autunno del 2014, lui aveva 50 anni, lei ne aveva appena compiuti sedici e da poco aveva perso il papà vero, morto.
Una ragazzina da aiutare, per l’uomo. Una “preda” da catturare, secondo la Procura che l’ha incriminato per violenza carnale e sequestro di persona. Due reati pesanti, da cui però è stato assolto in primo grado. Ma il sesso tra i due c’era stato, i rapporti erano «continui».
E poco importa che lui sostenga che lei era d’accordo. La ragazzina, hanno stabilito i giudici, era in una «situazione di totale dipendenza». E «non si può dubitare» che la giovane, malata di Sla, «senza amici e scarsamente considerata dalla famiglia, non si trovasse in condizione di inferiorità psichica e fisica, e che l’imputato ne abbia approfittato a fini sessuali».
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