Da una parte le auto che sfrecciano in corso Vercelli, dall’altra i treni che corrono verso Milano. In mezzo, una lingua di terra che fino allo scorso gennaio era stata occupata dai rom e un lungo muro in cemento armato alto più di due metri per impedire nuove invasioni.
La barriera è stata posizionata nei giorni scorsi dalla Rfi, proprietaria dei terreni lungo la ferrovia, che una volta sgomberate le baracche abusive è subito corsa ai ripari per far sì che il problema non si riproponesse. Un ostacolo fisico, ma anche un intervento dall’alto valore simbolico per quei cittadini del Rebaudengo che da anni chiedono interventi risolutivi in questa zona funestata dai roghi tossici che ogni giorno si sprigionano dai campi nomadi. Era stato proprio un incendio appiccato qui la sera del 31 maggio, con una colonna di fumo nero visibile da tutta la città , a scatenare la rabbia di un centinaio di persone che erano scese dalle case e avevano occupato il tratto di corso Vercelli che ora è “protetto” dal muro.
CONTINUA A LEGGERE IL GIORNALE IN EDICOLA OGGI