Quando la nebbia si è alzata da poco e si è appena fatto chiaro, oltre il cancello della comunità comincia il movimento. Si inizia presto a lavorare, regole fisse, orari da rispettare, le attività per tenersi impegnati. I giovani di don Mazzi sistemano il giardino, rassettano, portano da mangiare ai cani, li fanno quietare. In quest’oasi di pace, non sono abituati alla ressa di giornalisti e telecamere, l’unico che non abbaia è un bastardino nero. E poi, da una porta, sbuca lei. Non è più la Erika di dieci anni fa, quella che esce dalla caserma seguita a testa bassa dal fidanzatino, la figura fragile infagottata nel piumino marrone, con le meches e la faccia da fantasma. Aveva solo 16 anni.
Oggi, è una donna, se ne sta in disparte, circondata dai compagni della comunità, ma non ha paura degli obiettivi. Sorride, anche, i lunghi capelli scuri raccolti in una treccia, il viso pulito, jeans, scarpe da ginnastica e una felpa color ciclamino. Come fosse una mattina qualsiasi. Invece è il 5 dicembre 2011, il giorno della fine della pena.
Non è ancora uscita dalla comunità di recupero di Lonato, nel Bresciano, dove si trova dal 25 settembre scorso, Erika De Nardo, 27 anni, ma di fatto da ieri è una persona libera. Era il 21 febbraio 2001 quando nella villetta di Novi Ligure, insieme al fidanzato Omar Favaro, massacrava con 96 coltellate la mamma Susy Cassini, 42 anni, e il fratellino, Gianluca, 11. Lei colpita per prima, in cucina, mentre supplicava la figlia di risparmiare il fratello. Il piccolo finito nella vasca da bagno, al piano superiore. Furono proprio quelle coltellate, mimate da Erika qualche ora prima dei funerali, mentre veniva filmata sola con Omar in una stanza della caserma, a porre fine al giallo. Non era stata la feroce banda di albanesi descritta dalla ragazza. Erano stati loro due, fatti di cocaina. Condannati a 16 anni lei e a 14 lui, Omar è tornato libero il 3 marzo 2010, mentre Erika, dopo il periodo di detenzione, trascorso in parte al Beccaria di Milano e in parte al Verziano di Brescia, e i mesi in comunità, ha terminato di scontare la pena ieri. Questa mattina uscirà per passare qualche ora col padre, Francesco De Nardo, che non l’ha mai abbandonata.
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