Coronavirus
Il Borghese

Il tempo perso a inseguire

Il professore Andrea Crisanti lo ripete spesso: il virus avremmo dovuto precederlo, non inseguirlo, come invece accaduto nei mesi scorsi, quando il nostro Paese si è trovato in piena pandemia senza avere, non solo i mezzi per farvi fronte senza affanno, ma neppure tutte le informazioni necessarie. Ma quell’ammonimento, a quanto pare, non è servito: siamo di nuovo all’in – seguimento. Anche se il tracciamento dei contagi e la capacitĂ  di fare tamponi non sono neppure paragonabili a quelli di allora, il sistema è di nuovo a un passo dal disastro. Dove per disastro si intende lockdown. O serrata, scegliete il termine che preferite. Secondo Crisanti sarebbe inevitabile a cavallo del Natale, scenario che provoca incubi a tutto il settore produttivo tra le altre cose. Negli ospedali si stanno attrezzando reparti Covid, preparando posti letto. Dal governo sono arrivate misure che contano soprattutto sulla responsabilitĂ  dei cittadini, a cominciare dalla mascherina obbligatoria, dal divieto di assembramento, dagli sport proibiti, le feste contingentate anche in casa propria. Tutto sacrosanto, se vogliamo (non siamo medici nĂ© tecnici, non ci va di entrare nel merito). Ma siamo sempre nell’ambito di ciò che tocca a noi cittadini fare: i responsabili, dal governo in giĂą, cosa hanno fatto per parte loro? Adesso si parla addirittura di chiudere le scuole superiori, da sostituire con la didattica a distanza, come se la scuola fosse una partita a calcetto di cui si può fare a meno. Ieri è stato raggiunto il picco di contagi, il piĂą alto di sempre. I morti sono pochi perchĂ© prima venivano colpite le fasce piĂą anziane della popolazione, ora no. Ma questo equilibrio è fragile, molto fragile. E c’è la sensazione che sia stato perso tempo prezioso.

andrea.monticone@cronacaqui.it

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