Lui lo chiama «l’incidente». Il ricordo della tragedia che gli ha cambiato la vita, costringendolo su una sedia a rotelle dall’età di quattordici anni, corrisponde nella sua memoria ad un frammento vivido di «quaranta secondi».
Quelli che «hanno portato all’uccisione di mio padre, il momento in cui gli attentatori si trovano davanti a mio padre, lo chiamano per nome e cominciano a sparare». Era il 16 febbraio 1979.
Dopo aver passato trentotto anni a cercare di lasciarsi alle spalle il fantasma di Cesare Battisti, Alberto Torregiani è tornato a raccontare la sua storia nei giorni successivi all’arresto del terrorista dei Pac, accusato d’essere il mandante dell’omicidio di suo padre Pierluigi e condannato all’ergastolo per l’omicidio di Lino Sabbadin.
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