Hanno imbrattato le serrande dei negozi, le fermate del bus e persino i muri della chiesa. La manifestazione dei centri sociali dello scorso 24 giugno non è andata giù nemmeno alla parrocchia Maria Regina della Pace, una delle più conosciute di Barriera di Milano. Tanto è vero che da via Malone è partita una lettera scritta in prima persona da padre Michele e indirizzata alla circoscrizione Sei e al Comune di Torino.
La richiesta del sacerdote è una sola: capire chi pagherĂ i danni subiti dai cittadini e dai fedeli che da tempo devono confrontarsi con frasi cariche di odio apparse sulle facciate di corso Palermo e corso Giulio Cesare. Si va da “Come a Parigi: nique la police” passando per “La Digos vien di notte e prende le botte”. «Chi si è assunto la responsabilitĂ dell’autorizzazione di tale manifestazione? – si legge tra le righe -. Ben conoscendo le conseguenze che ogni volta ne derivano. Il quartiere subisce danni durante ogni protesta di strada. Gradirei ricevere una risposta».Â
Non è la prima volta, inoltre, che il parroco si rivolge alla CittĂ chiedendo chiarimenti sulle scorribande di alcuni gruppi antagonisti. Contestazioni che seguono a ruota quelle maturate nelle ultime ore dai commercianti, che sui loro muri hanno ancora i segni di quello sventurato pomeriggio. «In passato – racconta Rocco Zito, volontario presso la chiesa della Pace – abbiamo cancellato graffiti, oscenitĂ e messaggi di matrice anarchica. Ma ora siamo da punto a capo».Un tour di messaggideliranti che, come da copione, non ha risparmiato nemmeno banche e giardini. E che è giĂ oggetto di una denuncia in circoscrizione Sei da parte del capogruppo di Fdi, Valerio Lomanto. «à inaccertabile che i soliti noti mettano a ferro e fuoco il quartiere – accusa Lomanto -. Questi cortei non devono essere piĂą permessi, in alternativa servono controlli rigidi».