“Non sono mai stato ‘ndranghetista e mai lo sarò”. E’ la dichiarazione spontanea resa da Rocco Dominello, il capo ultrà della Juve imputato a Torino nel processo “Alto Piemonte” – per il quale è prevista oggi la sentenza – sulle infiltrazioni della criminalità organizzata calabrese nel Torinese.
LE ACCUSE CONTRO DOMINELLO
Dominello è accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Per lui la Procura ha chiesto 8 anni di carcere. “Intercettazioni alla mano, il mio assistito ha spiegato i suoi rapporti con la Juventus“, ha sottolineato l’avvocato Ivano Chiesa, che difende Dominello con il collega Domenico Putrino.
LA TESI DELLA DIFESA
Ultrà dei Drughi, secondo i pm Paolo Toso e Monica Abbatecola, Dominello si intrufolò nella curva bianconera e conquistò una fetta del business del bagarinaggio per conto della malavita organizzata calabrese. “Accuse che non stanno né in cielo né in terra, nemmeno da un punto di vista logico”, ribatte l’avvocato Chiesa. “Ci sono telefonate in cui il mio cliente chiede dei biglietti e gli viene risposto di no”.