Alle quattro di pomeriggio, mentre le notizie che arrivano da Roma raccontano di un Piemonte che va verso il lockdown, a Porta Palazzo si vive un sabato uguale a tutti gli altri. Con il mercato colorato e rumoroso come sempre, intere famiglie a riempire le sporte della spesa, i tossici che fanno la loro mischiandosi tra la folla e le auto dei kabu kabu verso via Cottolengo. Qui, mentre l’atmosfera nei centri commerciali costretti a chiudere è tetra, se si escludono le mascherine e le precauzioni prese dagli ambulanti che fanno il possibile affinché la situazione non degeneri, è come se il coronavirus non esistesse. Comprese le banchine del Gtt, con la solita calca di persone e l’assenza di qualsiasi tipo di controllo. E pure i mezzi, che quando ripartono dalle quattro fermate del mercato sono stracolmi. Come carri bestiame.
«Ma come? – si chiede una madre che aspetta il 4 con il neonato nel marsupio -, non hanno ridotto di metà la capienza?». «Forse – le risponde un anziano – hanno capito di dover dimezzare i bus».
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