«Se i mercati chiudono, moriremo tutti di fame». La rabbia degli ambulanti dell’extra-alimentare è andata in scena ieri pomeriggio, in piazza Castello. Circa duecento persone, in rappresentanza di 8mila lavoratori della città, si sono radunate davanti alla Prefettura per protestare contro le chiusure decise dall’ultimo dpcm governativo. Megafoni e cartelli con sopra scritto “Conte, così non ci salvi, ci uccidi”, per un settore già piegato dal primo lockdown e che ora rischia di non sopravvivere a un secondo. «Un’altra chiusura non possiamo reggerla – puntualizza Giancarlo Nardozzi, presidente del Goia, che ha organizzato il sit-in insieme a Ubat -. E mentre noi chiudiamo, la grande distribuzione continua ad arricchirsi. Eppure noi lavoriamo all’aperto, rispettando tutte le distanze, e non al chiuso come i supermercati». A protestare in piazza ci sono anche ambulanti storici, come Nello Racca, 73 anni. «Ho due figli disoccupati a cui ho prestato i soldi nell’ultimo lockdown. E nel corso degli anni ho speso tutti i risparmi perché ho subìto tre furti e due incendi. Se non lavoro che faccio, vado a fare le rapine?».
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