La mattina dopo la rapina in via San Quintino non si parla d’altro che di quell’uomo alto, distinto, con il completo color carta da zucchero e l’accento napoletano che ha cercato di rapinare l’orologeria della famiglia Pasetto. «Abbiamo sentito delle persone gridare e siamo subito corsi in strada» racconta la fioraia Daniela Volo. Il suo negozio si trova proprio di fronte allo storico laboratorio di orologi e lei è stata tra i primi a lanciare l’allarme, quando si è resa conto di quello che stava succedendo. «Alle 18.15 stavo ritirando le piante, come faccio tutte le sere, e ho visto attraverso la vetrina delle persone correre agitate. Andrea, il figlio del titolare dell’orologeria stava cercando di trattenere un uomo: a quel punto ci siamo attivati per chiamare la polizia». Secondo il racconto della gente del quartiere, altre due persone avrebbero aiutato il figlio di Mauro Pasetto a fermare il ladro e a trattenerlo all’interno del negozio fino all’arrivo delle forze dell’ordine. Nel giro di pochi secondi padre e figlio si sono visti puntare la pistola e avrebbero reagito colpendo il ladro con quello che c’era sul bancone in quel momento. Nella colluttazione i titolari sono rimasti feriti e sono dovuti ricorrere alle cure dell’ospedale Mauriziano. Andrea ha messo il collare e ha la testa fasciata, ma sta bene e suo padre era già di nuovo in negozio la mattina seguente all’aggressione.
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