Chiuso per corteo. Potrebbero mettere questa scritta sulle loro serrande i commercianti di corso Giulio Cesare, oggi pomeriggio. Perché loro alle promesse non credono più. Non credono alle promesse di coloro che sostengono di manifestare contro i potenti e a favore della gente comune, non si fidano neppure delle rassicurazioni delle autorità , dal prefetto alla Questura, perché loro il conto l’hanno già pagato e non una volta sola.
Oggi abbasseranno le serrande in contemporanea con il passaggio del corteo degli antagonisti contro il G7, quello che si preannuncia come uno dei momenti maggiormente a rischio di questa settimana. Anzi, qualcuno ha detto che non si disturberĂ neppure ad alzare la serranda al mattino. Meglio stare a casa che rischiare danni alle vetrine.
Perché di scene simili ne hanno viste fin troppe: cortei a Barriera di Milano come pretesto per dare sfogo adatti vandalici, cassonetti dell’immondizia usati come barricate, quasi sempre scritte sui muri. Perché i signori che vogliono contestare le banche lanciando vernice contro le loro sedi dimenticano (o fingono di farlo) che il costo della pulizia lo pagano poi tutti i condomini. Ma è facile contestare quando a pagare il conto sono gli altri. E poi, sopra a ogni altro argomento, è questo che dovrebbero capire le varie anime della protesta: che le persone normali, quelle che si dannano da mattina a sera per tirare avanti, non si sentono né rappresentati né difesi da loro.
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