«Una volta, qui, la porta non la chiudeva nessuno. La tiravamo con il cordino, dal buco. Una volta ci conoscevamo tutti. Ma sono i bei tempi andati. Adesso non ci conosciamo più, la popolazione è invecchiata, è arrivata gente nuova, diversa, gli anziani non riescono più a legare, hanno paura». Mario Milana, 79 anni, ex fuochista alle Ferriere in pensione da 30 anni, racconta il declino di queste case popolari in cui può accadere che qualcuno muoia e nessuno se ne accorga per mesi. Con la moglie Olga Garrone, 78 anni, in via Sospello 161/24 è uno dei decani.
E l’uomo trovato mummificato il giorno prima abitava nell’alloggio accanto al suo, oltre quella porta che ora è chiusa con i sigilli della polizia. Si chiamava Sandro Ferrario, aveva 61 anni e viveva solo. «Isolato, sarebbe meglio dire». Con i suoi libri e le sue dispense che ora intasano la “buca”. Stracolma al punto che l’ultima corrispondenza è stata lasciata sopra le altre cassette delle lettere.
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