Una «questione di coscienza». Nel passaggio tra la pandemia e la circolazione endemica del Covid, in un’estate che è già segnata dalla quinta ondata di contagi ma in assenza di rigide restrizioni fissate per decreto, meglio affidarsi alle buone abitudini maturate in due anni e mezzo. «Igiene e prevenzione» sintetizza l’infettivologo Giovanni Di Perri. «Non guardiamo come una persona bizzarra chi indossa la mascherina all’aperto: quella è la nostra unica protezione, specie in posti affollati ed è meglio averla sempre con sé, anche se all’aperto il virus attacca di meno». Evitare di trasformare la località di villeggiatura in un focolaio, rovinandoci e guastando le ferie anche agli altri, diventa così l’unica responsabilità da regolare col buon senso giorno per giorno, dal momento che Omicron sta dimostrando quanto sia semplice reinfettare anche chi è vaccinato o è già stato contagiato. Un caso su dieci secondo il più recente rapporto dell’Istituto superiore di Sanità.
«ORMAI IL VIRUS E’ LIBERO»
«Non possiamo più tornare indietro e introdurre ancora le restrizioni, tutto si riduce alla coscienza individuale: se una persona è a rischio o frequenta persone vulnerabili deve fare il massimo» aggiunge Di Perri, davanti a un riscontro oggettivo. «Ormai il virus lo abbiamo lasciato andare e non possiamo fare più nulla. È cambiato e la variante che circola questa estate è molto più contagiosa, evade in larga misura l’immunità acquisita tramite l’infezione o la vaccinazione. Anche se porta a malattie meno gravi ed è come una influenza per chi è in salute. Fragili e ammalati, però, sono a rischio. E abbiamo visto che si sono reinfettate persone anche con due varianti di Omicron».
«NUOVE VARIANTI MENO VIRULENTE»
Per questo, anche se può sembrare poco, avere con sé la mascherina rappresenta ancora il migliore scudo. «Dobbiamo continuare ad usare la mascherina Ffp2 nelle circostanze che abbiamo imparato a conoscere in questi due anni e mezzo: a partire dagli spazi al chiuso e con scarso riciclo d’aria». Basta una svista per una fiammata di contagi, dai risvolti imprevedibili. «Il nostro è un Paese molto vecchio con persone che, se infettate, possono soffrire molto – conclude Di Perri -. Purtroppo, la circolazione è estrema in questo momento, andrà a ridursi ma ci sarà una variante successiva: questo virus ha dovuto variare più volte per superare la concorrenza delle varianti precedenti e, negli ultimi sei mesi, anche l’immunità acquisita».