Può la periferia dare il buon esempio ai ragazzi? Probabilmente sì. Da Barriera di Milano, storico quartiere operaio della città di Torino, è partito due anni fa, in piena emergenza sanitaria Covid 19, il primo piano a tutela dei giovani e riguardante l’uso di alcool e sostanze stupefacenti. A portarlo avanti è l’associazione Aye, con il progetto “Ballo ma non Sballo”. La prima amministrazione locale che ha aderito al progetto è stata la Circoscrizione 6 che ha creduto nella necessità di intervenire, coinvolgendo gli istituti scolastici del territorio.
Nel 2020 con gli allora coordinatori Isabella Martelli e Tony Ledda e l’ex presidente Carlotta Salerno (oggi assessora all’Istruzione) «che hanno compreso – raccontano il presidente Ruggiero Ninno e Francesco Tomas dell’associazione Aye, coordinata da “Orizzonti urbani” -, la necessità di parlare di questi problemi». Fenomeno inasprito dal lockdown che ha peggiorato il quadro psicologico di tutti, in particolare delle fasce giovanili.
Allargare il progetto
I tavoli di lavoro sono continuati con la nuova amministrazione guidata dal presidente Valerio Lomanto e, a cascata, il progetto ha cominciato ad allargarsi alle Circoscrizioni 1, 4, 5 e 8 che a breve potrebbero, ufficialmente, far loro l’iniziativa in un prossimo futuro. Il progetto “Ballo ma non sballo” ha il patrocinio della Regione Piemonte. Gli istituti scolastici che hanno aderito fino a oggi sono Boselli, Passoni, Sommelier, Colombatto, Cottini, Cattaneo, Carlo Levi, Zerboni, Grassi, Birago, Bodoni, Beccari, Alfieri, Copernico e Galilei Ferraris.
«La cultura dello “sballo” è oggi molto più sottile di quello che possiamo immaginare – raccontano Ninno e Tomas -, e anche molto più devastante sotto il profilo degli effetti. Lo sballo può avvenire da soli o in piccoli gruppi, anche tra le mura domestiche o in luoghi inaspettati. Queste sostanze provocano danni neurologici e psicologici, intellettivi e comportamentali che possono divenire permanenti e difficili da recuperare».
I numeri
Oggi il primo approccio con l’alcol, secondo l’Organizzazione di Sanità (Oms), si evidenzia addirittura a 12 anni con il rischio per i giovani di sviluppare il cosiddetto policonsumo. Appare così evidente l’importanza del mondo della scuola e la sua collaborazione in questo percorso di prevenzione.