Dall’Università di Torino arriva un progetto ambizioso: la Tac del futuro. Che non aiuterà le persone, ma le opere d’arte danneggiate. Insomma, sarà una sorta di infermiera che entrerà in azione nei luoghi colpiti da catastrofi naturali o guerre.
Se ne è discusso oggi, in occasione del G7 della Scienza. La Tac del futuro, così come riferito alla comunità internazionale, sarebbe in grado in intervenire su oggetti di grandi dimensioni e avrebbe anche il vantaggio di poter essere mobile e quindi trasferibile in qualsiasi luogo.
IL PRECEDENTE.
Nel 2012 l’Istituto Radiologico delle Molinette di Torino ricorse alla Tac per svelare i segreti della mummia di Shepsestaset, Iside La Nobile, vissuta in epoca tolemaica. Cinque anni dopo, il macchinario ha seguito gli sviluppi della tecnologia, per cui sarebbe capace di fornire prestazioni ben più avanzate.
Università di Torino, Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Centro di Conservazione e Restauro de La Venaria Reale sono pronte a mettere a disposizione di tutte le comunità scientifiche internazionali l’intera documentazione del progetto (piante, disegni, calcoli, immagini, test) e il loro know-how.