Palle giganti pronte a prendere fuoco, cinquecento uomini al lavoro e una pioggia di milioni su Torino. Ma Fast & Furious ci beffa: quando andremo a vederlo al cinema, infatti, la città della Mole sarà camuffata per sembrare Roma. Per le riprese del decimo capitolo della saga hollywoodiana di corse automobilistiche, iniziate ieri in corso Fiume, viene infatti utilizzato un bus dell’Atac. La società di trasporti della Capitale, il Gtt romano, per intenderci. Un pullman spezzato in due, che è stato portato da Roma dove la produzione ha girato la prima parte delle scene in Italia. prima di spostarsi a Torino. Dunque, in sala assisteremo a qualcosa di inedito: vedremo gli autobus di Roma sulle nostre strade.
Travestimenti a parte, in pre-collina c’è una curiosità morbosa per le gigantesche palle scaricate dai camion. Andranno in scena giovedì, quando verranno fatte rotolare grazie a lunghe corde e poi incendiate a colpi di arma da fuoco. Scene mozzafiato e rischiose, anche perché le palle hanno dimensioni enormi: due metri di diametro. Molti le fotografano, residenti compresi. Che infatti vengono rimproverati, perché il set dovrebbe essere top-secret. «Signora, per favore, non faccia foto», dicono gli uomini della produzione a una donna di via Volturno che scatta a raffica dal suo balcone. Le supercar, ancora non ci sono. Quando le vedremo? Saperlo non è facile. «Dobbiamo mantenere il massimo riserbo sul film», taglia corto Davide Spina di Wildside, casa di produzione. Fast & Furious che ricoprirà di soldi Torino. Tra spese per location, hotel, catering, ristoranti, personale tecnico e maestranze locali impiegate sul set, costi di sicurezza e sanitari, magazzini e capannoni, il film produrrà un impatto economico di 3,8 milioni. Basti pensare che le dimensioni della troupe sono mastodontiche: 400 persone impiegate e 100 professionisti locali. Con numeri così, inevitabile qualche disagio. Centinaia i posteggi persi, e il set blindato ha imposto chiusure a diverse vie, per due settimane ancora.
«Fino a giovedì non prendo l’auto. E di notte – confessa Manuela, residente in piazza Crimea – non sempre riesco a dormire perché i camion fanno rumore. Qui molti restano barricati in casa». Malumori degli abitanti che contrastano con la felicità dei commercianti, a favore del film specie per la pioggia di soldi che ha portato. Anche se Torino deve sembrare Roma.