Per il compleanno del Mauto era in programma una grande festa, ma il Covid, come ormai ci ha abituato da più di un anno, ha mandato all’aria tutti i piani, così, come è successo per la grande mostra per i 70 anni della Formula 1, calendarizzata per lo scorso anno, anche la festa è saltata. Ma solo quella in presenza. Sì, perché venerdì prossimo il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino celebrerà comunque i primi dieci anni della sua nuova vita, dopo un imponente intervento di ristrutturazione e riallestimento scenografico. «Lo faremo on line, con una diretta streaming, a partire dalle ore 11 – spiega il direttore Mariella Mengozzi – e avremo anche tre ospiti d’eccezione, Cino Zucchi, François Confino e Marco Visconti». Sono i tre architetti che negli anni hanno ridisegnato il museo fondato da Carlo Biscaretti di Ruffia e oggi presieduto da Benedetto Camerana, rendendolo “tra i 50 musei più belli al mondo”, secondo la rivista Times.
Penalizzato, come tutti i musei, dal lungo lockdown e confidando in una riapertura subito dopo Pasqua – «speriamo però che si possa tornare a muoversi da una regione all’altra – è ancora il direttore Mengozzi -, altrimenti, come si è visto nella riapertura di febbraio, non vale la pena tenere aperto», il Mauto non si ferma e guarda avanti, proponendo un calendario di eventi e mostre.
Quali saranno?
«Il 20 maggio inaugureremo la mostra per i 90 anni di Pininfarina, sempre a maggio ci sarà una piccola rassegna per i 100 anni di Caty Torta, un’artista torinese appassionata di auto che a 90 anni sfrecciava ancora con la sua Porsche. In autunno, poi, renderemo omaggio ai 100 anni del designer torinese Giovanni Michelotti e ricorderemo anche i 50 anni della 127. Si tratta di piccole esposizioni tematiche che non richiedono grandi investimenti, perché di questi tempi non ce le possiamo permettere. Nel 2022, poi è in programma una grande mostra sui rally».
E quella per i 70 anni della Formula 1?
«La faremo forse nel 2023, potrebbe essere una mostra più ampia sullo sport, dato che ormai i 70 anni sono passati».
Com’è cambiata la programmazione degli eventi con il Covid?
«La novità è che d’ora in avanti nel budget degli eventi è compresa anche la digitalizzazione per la modalità on line. per cui non avremo solo la mostra e il catalogo ma anche il contenuto digitale. Vedremo come renderlo fruibile. Magari potrebbe esserci una parte gratuita e una parte per gli approfondimenti, ad esempio, a pagamento. Il Covid ha cambiato anche il modello di business che prima era basato esclusivamente sul numero dei visitatori, oggi invece si deve ragionare in ottica di total audience, e questo può rappresentare un’opportunità».
Che cos’è il Mauto per Torino e per l’Italia?
«Rappresenta la storia di noi tutti, con oltre 200 automobili di 80 marche racconta la storia dell’auto ma anche l’evoluzione della nostra società. È un museo nato grazie alle donazioni. Carlo Biscaretti faceva anche pubblicità sui giornali: chi ha un’auto importante la doni. Aveva chiesto agli studi di Hollywood l’Isotta Fraschini usata sul set di “Sunset boulevard” e la ottenne. Recentemente abbiamo ricevuto in donazione l’Alfa Romeo Duetto, lo stesso modello di quella del film “Il laureato”».