Le immagini, a volte, dicono più delle parole. E vedere un infermiere vestito come un astronauta che accompagna un paziente all’ingresso di un albergo sotto i portici di corso Vittorio rende meglio di tante parole l’idea di ciò che sta accadendo in un sistema sanitario piemontese che, dopo anni di sforbiciate, non soltanto non ha personale sufficiente per far fronte al continuo aumento di contagi ed è costretto a trasferire gli anziani di una Rsa come quella di via Botticelli per recuperare infermieri da destinare ai reparti Covid, ma neppure strutture adeguate per accogliere i malati. Il “Bologna”, due stelle e 44 stanze luminose con parquet in un palazzo di fine ‘800 proprio di fronte alla stazione, è il primo Covid hotel della nostra regione. E il fatto che le ambulanze, ieri mattina, arrivassero una dopo l’altra con nuovi ospiti, significa che le Asl hanno cominciato ad “alleggerirsi”, trasferendo o destinando qui coloro che non hanno o non hanno più bisogno di cure ad alta o media intensità, ma necessitano di un luogo in cui trascorrere un periodo di isolamento.
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