“Nelle ultime settimane Torino ha vacillato, ma non è caduta. E non cadrà se tutti coloro che la vivono, e che sentono di appartenerle, la sosterranno”. E’ un passo del discorso della sindaca, Chiara Appendino, per la fine del Ramadan, al Parco Dora. “Torino – ha proseguito il messaggio del primo cittadino – è la mia, la vostra, la nostra città, e tutte e tutti dobbiamo prendercene cura. Il nostro compito sarà essere protagonisti nella lotta alla paura”. La sindaca ha affermato che l’amministrazione deve “rendere gli spazi pubblici quanto più aperti e accessibili a tutti, salvaguardando le differenze e la pluralità ma anche il rispetto che ognuno di noi deve ai propri vicini”.
“MUSULMANI PAGANO PREZZO PAURA E INSICUREZZA”
“Voi, come anche altre culture e religioni, pagate purtroppo il prezzo più alto di questa paura e insicurezza perché ciò che è diverso, ciò che non si comprende o non si vuole comprendere sovente viene associato a fatti che in realtà spesso vedono in altro la loro origine” ha poi aggiunto la sindaca rivolta alle comunità musulmane.
NON SI POSSONO DIVIDERE LE RELIGIONI IN BUONE E CATTIVE
“Le istituzioni – ha proseguito il primo cittadino di Palazzo Civico – credo che debbano sempre chiaramente affermare che non si possono dividere le religioni in buone e cattive, perché ciascun uomo e ciascuna donna nella pratica dei propri valori e precetti di fede è responsabile delle proprie scelte tanto nel bene, quanto nel male e mai nessuno può addossare ad altri, o peggio ancora ad una comunità intera, responsabilità che sono e resteranno sempre solo individuali” ha concluso la Appendino.