Il piano di contenimento del fenomeno nutria, previsto dalla Città Metropolitana nei prossimi quattro anni, non è certo andato giù alle associazioni animaliste che hanno ufficialmente dichiarato guerra alla sindaca metropolitana Chiara Appendino. Secondo l’ex Provincia sarebbero circa 10mila gli esemplari, tra Torino e Comuni.
Un numero in possibile espansione che preoccupa le istituzioni, in quando la nutria ad elevate densitĂ di popolazione può anche ridurre drasticamente la presenza delle piante acquatiche. Inoltre è anche etichettata come un animale invasivo. Le sue tane sono in grado di danneggiare dighe e sistemi di irrigazione e da tempo è inserita dall’Iucn – Unione Internazione per la Conservazione della Natura – nell’elenco delle cento tra le specie invasive piĂą dannose al mondo. Al pari della chiocciola africana gigante o della zanzara tigre. Per catturarle la CittĂ pensa alle trappole o all’abbatti mento diretto con arma da fuoco. Su Facebook è impazzata la polemica.
«Sui bordi del fiume – spiegano alcuni cittadini – vivono altre specie. Compresi i gatti. E loro vogliono piazzare trappole e poi sterminarle. Invece dei delinquenti si preoccupano delle nutrie». A Torino le troviamo soprattutto sulle sponde del Po, tra la passerella Chiaves e il parco Michelotti di corso Casale. All’apparenza simili ai castori o ai ratti le nutrie sono dei roditori di grosse dimensioni che possono raggiungere, coda compresa, persino il metro di lunghezza. Ma la loro è diffusione è diventata incontrollata sia nelle campagne sia soprattutto lungo i corsi d’acqua piĂą grandi, in particolare Po, Bormida, Scrivia e Tanaro, tanto da mettere a repentaglio coltivazioni agricole e gli argini di canali e torrenti. «Vergogna Appendino. Come e peggio di Fassino, lui ha venduto l’area di corso casale a Zoom e tu vendi le nutrie ai cacciatori».