Solo qualche anno fa, in epoca “manciniana”, i passaggi dal biancazzurro al nerazzurro erano quasi una consuetudine. Da Favalli, a Mihaijlovic, a Cesar, fino a Nando Orsi come allenatore in seconda, la permanenza di Roberto Mancini all’Inter ha segnato uno sbarco di capitolini alla corte di Massimo Moratti, fermato solo con l’addio al tecnico di Jesi. L’ul timo della lunga lista è stato Goran Pandev, in maniera un po’ inu suale. Il macedone è arrivato a Milano senza che da Corso Vittorio Emanuele uscisse un euro per il cartellino, perché nel gennaio 2010 l’arbitrato ha risolto a favore dell’at taccante la controversia con Claudio Lotito sulla questione contrattuale. Risultato: rescissione e ritorno all’ovile, per un ragazzo che proprio nelle giovanili dell’Inter iniziò la sua carriera italiana. Dal punto di vista dei trofei, la nuova avventura è stata una manna: scudetto, Coppa Italia, Champions’ League e Supercoppa Italiana. Langue al contrario lo score personale, perché solo in quattro occasioni Pandev ha centrato il bersaglio, una delle quali proprio in Supercoppa. Mai una rete nelle due Coppe, solo tre in campionato, sempre nella scorsa stagione, l’ul – tima delle quali il 7 febbraio a San Siro con il Cagliari.
L’articolo di Mattia Todisco su CronacaQui in edicola in Lombardia il 3 dicembre 2010