Vessazioni, maltrattamenti, scherzi di cattivo gusto. Persino un’aggressione fisica. C’è di tutto e di più nei numerosi esposti che la signora Ines, 90 anni il prossimo marzo, ha presentato negli ultimi sei anni all’attenzione della polizia municipale e dei carabinieri. La donna, invalida, vive dal 1983 all’ultimo piano di una palazzina popolare.
«Ma i miei problemi – racconta la povera vittima – sono cominciati qualche annetto fa. Quando i miei nuovi vicini hanno pensato bene di diventare i padroni della mansarda». La signora, alcune volte, ha redarguito i figli dei vicini perchè – si legge nell’esposto – «provocavano schiamazzi andando su e giù per il pianerottolo con i pattini».
In quella stessa circostanza Ines chiese di non danneggiare le sue piante, poste sul pianerottolo. E in seguito rimosse. «Fu quella volta – ricorda la pensionata – che fui aggredita da una donna di oltre cento chili che mi ha rifilato un pugno nell’occhio destro e un altro sul petto. In seguito il marito ha anche impugnato un coltello dicendo che avrebbe ucciso me e mio figlio». A seguito di quell’episodio l’anziana si è recata all’ospedale Gradenido dove è stata visitata e poi dimessa con una prognosi di cinque giorni.
Negli ultimi mesi Ines ha chiesto anche l’aiuto del signor Francesco, un altro vicino. «In due occasioni – racconta l’uomo – qualcuno ha buttato dell’acqua lungo le scale. Due persone si sono anche fatte male». In una nuova querela compaiono altre ingiurie rivolte dai vicini a Ines. Su tutte un «Prima o poi la farà finita con te, mi libererò della tua presenza». E altre intimidazioni. «Più volte mi hanno preso a calci il girello».
Ines, sconvolta dalle vessazioni, avrebbe anche provato a chiedere il cambio alloggio. Il problema di conflittualità è noto ad Atc che ha richiesto l’intervento di mediazione del nucleo di prossimità della polizia municipale. «La situazione – spiegano da corso Dante – vede da un lato la signora che ha un’età avanzata e per la quale traslocare in una casa diversa da quella in cui ha sempre vissuto costituirebbe un piccolo trauma. E dall’altro una famiglia particolarmente numerosa in un appartamento di piccola metratura».
L’intervento di mediazione dei vigili ha convinto questa famiglia a presentare una domanda di cambio alloggio in deroga che sarà valutata in tempi brevi dalla commissione. «Se verrà accolta – continuano dall’Agenzia – la famiglia potrà trasferirsi in un appartamento. Mettendo la parola fine alle vessazioni».