Ronaldinho dice di voler restare al Milan e magari chiudere anche la carriera in rossonero. Così afferma il brasiliano, che, invece, proprio della sua squadra sta diventando un corpo estraneo. Le sei panchine consecutive sono una parte della prova, l’altra è che nelle ultime due gare il tecnico Massimiliano Allegri lo ha fatto entrare solo nel finale di partita, facendogli giocare una manciata di minuti. Niente di più. Contro l’Auxerre, in Champions League, il “dentone” è riuscito a segnare una rete. Mentre sabato, contro la Samp, non gli è andata bene come contro i francesi. Qualche volta ti può anche andare male. La verità è che forse in coppa gli è andata molto bene. In questo strano Ronaldinho-periodo solo una cosa è rimasta uguale: il sorriso a ‘tutto campo’ che il fantasista non ha mai perso, né in panchina né in allenamento. Un’allegria che a Ronaldinho scorre dentro. Ma il “per sempre” non esiste. Neanche per Ronaldinho e il suo sorriso…
L’articolo di Tiziana Cairati su CronacaQui in edicola in Lombardia il 30 novembre 2010