Dal carcere Maria Teresa Crivellari continua ad accusare il suo ex amante: «Lui sapeva, mi ha aiutato a scavare la fossa. Il rapimento lo abbiamo progettato insieme ma solo per spaventarla. La morte è stato un incidente di percorso perché quel cocktail di psicofarmaci che le avevo preparato sarebbero serviti solo per intontirla».
La mantide ha spiegato: «Lei non avrebbe mai saputo che c’entrava il marito, sarebbe poi tornata a casa e lui l’avrebbe lasciata proprio per quello che c’era scritto in quella lettera » . Accuse e ricostruzioni che non hanno per ora trovato alcun riscontro oggettivo e dalle quali emergono una serie di contraddizioni e di bugie che gli inquirenti già hanno individuato. «Io ho indossato gli abiti di Marina e ho consegnato ad Anna lettera e chiavi dell’auto», ha detto la “mantide” al procuratore capo di Pinerolo Giuseppe Amato.
L’articolo di Marco Bardesono su CronacaQui in edicola in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta il 12 novembre 2010