La crisi sta colpendo oltre 2mila imprese della provincia di Torino. I dati, diffusi dalla Fiom a inizio settembre, sono parziali, ma incrociano il peggioramento previsto dall’Unione Industriale per l’ultima parte del 2010. Già all’inizio del mese i numeri preannunciavano un probabile deterioramento della situazione generale. Gli ammortizzatori sociali fanno il loro mestiere, cioè tengono i lavoratori legati alle aziende anche se gli ordini sono scarsi. Ma i segnali di ripresa hanno mollato il tiro, la disoccupazione è cresciuta all’8%, le persone in cerca di lavoro sono oltre 160mila in Piemonte. I lavoratori metalmeccanici che sono stati posti in cassa integrazione nel corso del 2010 sono quasi 50mila, circa un terzo dell’intera forza lavoro del comparto. Alcune aziende hanno avviato i contratti di solidarietà, che permettono a tutti i dipendenti di lavorare a orario ridotto, altre hanno proseguito con la cassa integrazione ordinaria, molte l’hanno esaurita e sono passate a quella straordinaria, ammortizzatore che da oltre un anno è di facile accesso, garantisce continuità alla “cassa” ma, nel frattempo, indica anche situazioni di crisi che difficilmente troveranno sbocco.L’articolo di Alessandro Barbiero su CronacaQui in edicola in Piemonte, Liguriae Valle d’Aosta l’1 ottobre 2010