È l’ora della verità. Se Milano vuole far seguire i fatti alle dichiarazioni di incrementata competitività rispetto alla passata stagione, deve dare un segnale forte e chiaro questa sera (ore 20.30, Sky Sport 2). La serie finale si sposta al Mediolanum Forum d’Assago per il terzo e il quarto episodio ma – come l’anno scorso – la sentenza sul gruppo di Bucchi non arriverà negli ultimi 40 minuti. Nella passata stagione le velleità biancorosse di interrompere il monopolio di Siena furono interrotte dalla stoppata di La vrinovic ai danni di Hawkins.368 giorni giorni dopo, chiunque nell’entourage biancorosso firmerebbe per un finale punto a punto perché i segnali lanciati da gara 2 sono stati inquietanti. Il gruppo ha dato l’impressione di aver alzato bandiera bianca di fronte alla cattiveria toscana rinunciando al gioco di squadra. Solo un’ottima circolazione del pallone può mettere in difficoltà la difesa di Siena che in questa finale sta sistematicamente distruggendo ogni velleità milanese di dispiegare il gioco offensivo partendo dal pick’n’roll. La genesi delle difficoltà dell’Ar mani Jeans va ricercata nell’as soluta apatia dei playmaker che in gara 2 sono riusciti a creare molta confusione e zero punti. Morris Finley sembra completamente disorientato dalla marcatura di Romain Sato, Massi mo Bulleri è calato molto dal punto di vista della brillantezza sui due lati del campo. Paradossalmente però è la pericolosità nel pitturato il primo tassello per ipotizzare un sentiero che porti alla vittoria: la Montepaschi ha completamente oscurato il cielo biancorosso sotto canestro e la scintilla deve partire da un coinvolgimento maggiore di Mason Rocca. Ci sarà il tutto esaurito al Forum, un pubblico che merita di vedere un successo che possa essere incoraggiante anche in ottica 2010/11. Nella prossima stagione si annuncia una rivoluzione in casa senese e l’Olimpia dovrà farsi trovare pronta per approfittare di un eventuale breccia nel monopolio. Giocare di squadra, “dividere” il pallone, alzare il livello dell’intensità: Milano deve crederci.Michele Gazzetti