Ormai, davanti allo stadio, l’assedio – per il concerto sono attesi 45mila spettatori – è permanente. Si contano le ore e si aspettano le prove, ci si racconta anni di aneddoti, storie di chilometri percorsi dietro l’ultima band che ha realizzato i sogni di ogni adolescente: dal liceo all’Olimpo del rock, passando per un impegno sociale e politico che lega e coinvolge ancora di piĂą fans di ogni etĂ e generazione.«Volete scommettere che la scaletta cambierĂ ancora? Mancano pezzi troppo importanti, come “Where the streets have no name”» assicura Federico, arrivato a Torino insieme alla fidanzata Laura dopo una settimana di ospedale. «Mi hanno dimesso e sono corso in stazione, per loro questo e altro. Da quando li ho scoperti mi hanno letteralmente cambiato l’esistenza». Come loro, in centinaia sono assiepati davanti alle transenne, giĂ dal tardo pomeriggio della vigilia, per l’ultima grande prova generale. La scaletta del concerto, da alcune ore, circola su Internet. Apriranno i Kasabian, poi Bono e compagni saliranno sul palco a forma d’artiglio che catturerĂ il pubblico per almeno due ore. Dopo l’introduzione, affidata al countdown del lancio spaziale di Space Oddity, la “Voce” chiamerĂ a raccolta i torinesi per l’annuncio: «It’s a beautiful day».E sarĂ il delirio. Seguiranno “Magnificent”, “Get on your boots”, “Mysterious ways”, “I still haven’t found what I’m looking for”, l’inedito “The flowering rose of Glastonbury”, “Elevation”, “In a little while”, “Spaceship”, passando per “Miss Sarajevo” per la quale Bono rispolvererĂ il suo italiano, cantando anche la parte di Pavarotti nell’incisione del 1995. E ancora, “Questions”, “Until the end of the world”, “The unforgettable fire”, “City of blinding light”, “Sunday bloody sunday”, “Mlk”, “Walk on”, “Desmond Tutu”, “Amazing grace”, “With or without you”, “A moment of surrender”. L’ultima prova comincia quando manca un quarto d’ora alle dieci, l’asfalto trema, mani e ugole si scaldano. Tutto è pronto.Enrico Romanetto