Proseguono a ritmo serrato le indagini sul brutale stupro ai danni di Laura, la bella veterinaria violentata giovedì mattina al parco della Colletta. Sono pochi però gli elementi in mano ai carabinieri. Il più importante è l’identikit, realizzato grazie alla testimonianza della stessa vittima della violenza e a quella delle due persone che l’hanno soccorsa, interrompendo lo stupro e costringendo il maniaco alla fuga. Tutti infatti hanno saputo riconoscere l’uomo come un abituale frequentatore del parco: più volte è stato visto tra i vialetti, intento ad allenarsi come un normalissimo appassionato di jogging. Nessuno, però, lo conosce di persona e quindi nessuno ha saputo fornire ai militari un nome o comunque una traccia utile per arrivare ad identificarlo con certezza. L’identikit in mano ai carabinieri, la cui pubblicazione è per ora stata vietata dalla Procura, è quello di un maghrebino: «Parlava con forte accento nordafricano » ha spiegato agli investigatori la stessa Laura. Si tratta di un uomo dall’età apparente di 30-35 anni, pelato, alto circa 180 cm e con un fisico atletico che, tra le altre cose, gli ha anche consentito di riuscire a fuggire a chi ha coraggiosamente provato ad inseguirlo mentre scappava dal luogo dello stupro. I carabinieri per ora non hanno altro. Il suo dna non è infatti stato trovato, in quanto lo stupro non è stato portato a termine. E purtroppo anche le immagini delle tante videocamere presenti lungo il percorso seguito dalla donna non hanno per ora avuto successo, in quanto da via Bologna alla Colletta, Laura ha sempre seguito la pista ciclabile lungo la Dora, senza mai attraversare la strada. Telecamere lungo quei due chilometri ce ne sono parecchie, ma tutte puntate sul marciapiede e nessuna sulla pista ciclabile. Resta però il fatto che si tratta di un soggetto conosciuto, e quindi la speranza è che i carabinieri possano arrivare a lui in breve tempo.[cla.ne.]