Ha violentato la figlia, ha abusato sessualmente di lei per circa vent’anni: neppure la gravidanza della donna lo ha fermato, ha placato le sue voglie morbose e i suoi desideri sessuali. Poi, a distanza di qualche anno, ha trasferito i propri interessi e indirizzato le proprie attenzioni verso la nipotina di 8 anni, figlia di quella figlia violentata per un’intera esistenza. E così Papà-orco è diventato nonno-orco, senza scordare naturalmente le cattive abitudini. Poi l’orco è stato smascherato, denunciato. E per la vergogna, enorme, ha tentato il suicidio. È riuscito a salvarsi, ma ha dovuto affrontare un processo per le violenze ai danni delle due donne. L’orco è stato infine condannato: il Tribunale di Torino gli ha inflitto infatti una pena di 11 anni e nove mesi di reclusione. L’anziano dovrà adesso versare pure una provvisionale di 40mila euro a favore della figlia e di 20mila a favore della nipote. L’incubo è finalmente terminato, e per mamma e figlia gli abusi subiti restano adesso solo un ricordo lontano. Teatro della vicenda è un piccolo comune alle porte di Torino, protagonista un uomo per il quale è consuetudine abusare sessualmente delle donne di casa. Violentare per anni la figlia e abusare poi anche della nipotina viene infatti considerato un fatto normale, naturale. Ed è disarmante, in effetti, la naturalezza con la quale l’imputato abusa della figlia. Approfitta sessualmente di lei per anni, la violenta in più occasioni, non si ferma neppure davanti alla gravidanza. E soltanto il provvidenziale intervento del marito di lei pone fine all’interminabile calvario: l’uomo rientra in casa una sera e sorprende il suocero in atteggiamenti inequivocabili con la donna. La scoperta fa nascere una prima crepa sul muro d’omertà che il padre-padrone aveva eretto negli anni attorno a sé e alla figlia vittima di abusi. Ma l’incubo continua. Il padre- orco si trasforma in nonno- orco e abusa della nipotina. Abusi cominciati all’età di 8 anni e proseguiti fino all’età di 11. Abusi consistiti in baci, carezze, abbracci. Nessun rapporto sessuale, solo carezze e toccamenti. Quattro episodi in tutto, spalmati in un periodo di quasi tre anni. « L’ultimo abuso – ha raccontato in aula la ragazza – l’ho subito quando frequentavo la prima media, all’età di 11 anni » . Quando il nonno approfitta per la prima volta della nipotina, invece, quest’ultima ha soltanto 8 anni ed è in quarta elementare. La bimba è sola in casa con l’anziano. La nonna non c’è, è uscita. Nonno e nipotina sono sul divano, lui comincia a farle il solletico. Poi il solletico diventa qualcosa di più. L’uomo spoglia la ragazzina e la accarezza. Una scena che poi si ripete, sempre sullo stesso divano. Questa volta anche il nonno si spoglia. Poi accade anche che nonno e nipotina restino soli davanti alla tv quando nonna è già a letto e nonno cambi canale e faccia guardare alla bambina programmi a luci rosse. Quattro episodi di abusi in tre anni. La verità sulle atroci violenze sessuali viene a galla circa tre anni fa, quando la piccola vittima rivela alla madre gli abusi subiti dal nonno. Dopo la denuncia, l’anziano tenta il suicidio. Viene però salvato e trascinato in un’aula di tribunale, dove subisce un regolare processo e, infine, una severa condanna. A rappresentare l’accusa in aula c’era il pubblico ministero Paolo Cappelli, a difendere il padre-padrone gli avvocati Mauro Sgotto e Giovanni Botti. Le due vittime degli abusi sessuali, invece, erano parte civile con gli avvocati Alessandro Dimauro e Valeria Ceddia. A giudizio era finito anche un amico dell’orco, accusato di aver abusato in una sola occasione della figlia del principale imputato: è stato assolto. Era difeso dagli avvocati Alberto Ventrini e Filippo Distasio.falconieri@cronacaqui.it