Telefonate, messaggi cancellati, chat nascoste e falsi profili su Facebook. Le indagini sulla scomparsa di Gloria Rosboch non si fermano anche se ieri le ricerche della protezione civile nei boschi del Canavese sono state sospese, in attesa di riprendere se ci dovessero essere nuove indicazioni su qualche zona in particolare. Questo non significa che gli investigatori si siano arresi, tanto che il nucleo investigativo dei carabinieri sta terminando gli accertamenti tecnici chiesti dalla Procura di Ivrea sul computer e sul cellulare della professoressa di Castellamonte scomparsa nel nulla lo scorso 13 gennaio. Accertamenti che, si spera, dovrebbero chiarire molti dei punti oscuri di questa vicenda.
Il lavoro degli esperti del Sis che hanno supportato la compagnia di Ivrea, titolare delle indagini – è stato complicato dal fatto che il cellulare della 49enne in realtà non è mai stato trovato. In assenza dell’apparecchio e della sua memoria, è stato quindi necessario chiedere l’aiuto del gestore telefonico per avere accesso a tutti i dati utili: i messaggi, l’elenco delle chiamate ricevute ed effettuate e le celle agganciate, con un occhio di riguardo per quanto avvenuto nei giorni immediatamente precedenti alla scomparsa della donna. Analogo procedimento poi è stato effettuato dai carabinieri con tutti i numeri di telefono che in qualche maniera sono stati contattati da Gloria. Questo per scoprire dove è andata e soprattutto con chi ha parlato prima di sparire, con un “occhio di riguardo” ovviamente per i numeri riconducibili al suo ex allievo che le avrebbe sottratto 187mila euro con una truffa abilmente congegnata.
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