«L’amianto alla Olivetti è un dramma sociale per la città di Ivrea» . E lo è, spiega il giudice Cecilia Marino, «perché la fabbrica volle essere capace di tenere al centro del proprio interesse l’uomo in tutte le sue esplicazioni, lavorative ed extralavorative. In ragione di ciò, l’azienda applicò, con anticipo di anni, norme di tutela dei lavoratori e mise a disposizione degli stessi alloggi, asili, servizi medici. Fabbriche e uffici furono costruiti garantendo luminosità e altre caratteristiche atte a far vivere bene al dipendente il proprio tempo lavorativo» .
Le parole con cui il tribunale sottolinea il terribile «dramma» vissuto dalla città eporediese sono scritte adesso nero su bianco nella sentenza con cui lo scorso 5 ottobre il gup ha prosciolto undici delle persone coinvolte nell’inchiesta giudiziaria. Quel giorno, il giudice Marino ha pure disposto 17 rinvii a giudizio, fra cui quelli di Carlo e Franco De Benedetti. Il dibattimento sull’amianto alla Olivetti comincerà l’11 gennaio, lunedì prossimo, e si terrà all’auditorium del liceo Gramsci di Ivrea, a poche centinaia di metri dalla sede del tribunale eporediese, nel parco Dora Baltea.
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