In salita, come nella miglior tradizione azzurra. Il mondiale dell’Italia inizia così. Contro il Paraguay si va sotto, si soffre, si sbuffa e si torna in carreggiata. Ma la vittoria che tutto il Bel Paese si aspetta non arriva: Italia-Paraguay 1-1. Un punticino che certo non esalta ma che rappresenta le fondamenta di una qualificazione che ora, contro le moÂdeste Svolacchia e Nuova Zelanda dovrĂ essere cementificata a dovere. Dal punto di vista fisico ci siamo. Da quello tattico meno, anche se Lippi ha confermato che la sua è una squadra camaleontica, capaÂce di cambiare tre moduli tattici nel giro di 90′. Si inizia così: 4-2-3-1. Montolivo fa il vice Pirlo, Marchisio gioca nei tre a sostegno della punta, Gilardino, con Pepe e Iaquinta chiaÂmati al sacrificio: attaccanti laterali quando siamo in possesso di palla, preziosi faticatori quando si tratta di difendere. L’inizio di partita della nazionale di Marcello Lippi è veemente e c’è un dato a dimostrarlo: solo al 15′ il Paraguay riesce a affacciarsi dalle parti di Buffon, senza peraltro creare nessun problema al nostro numero uno. Ma il dominio azzurro dell’inizio del match lascia spazio a qualche sortita degli avversari e al 22′ il tiro da fuori di Vera fa venire i brividi a Buffon. L’Italia non riesce a dare la giusta continuitĂ alla sua azione. La difesa è costretta troppo spesso al lancio lungo. De Rossi e Montolivo si prendono poche responÂsabilitĂ , Marchisio non si vede quasi mai. Al 21′ prima grande occasione azzurra con il calcio d’angolo che trova la testa di CannavaÂro, non la deviazione decisiva di Iaquinta da due passi. Se è vero che nella fase centrale del primo tempo l’Italia non è brillantissima in fase propositiva lo è altrettanto. Il Paraguay non trova spazi, mai. E nelle rarissime volte in cui succede gli azzurri rinculano compatti ed il contropiede dei nostri avversari non può far male. Ma al 39′ succede quello che nessuno avrebÂbe immaginato. Presunto fallo di Chiellini sulla trequarti, calcio di punizione in mezzo e stacco perfetto di Alcaraz che anticipa De Rossi e Cannavaro e batte l’incolpevole BufÂfon. I nostri subiscono il colpo. Sale il nervoÂsismo, scema il predominio. Il fischio che manda le due squadre negli spogliatoi a prenÂdere una bevanda calda che possa ritemprare il fisico provato dalla pioggia dell’inverno sudafricano è manna che dĂ a Lippi la possiÂbilitĂ di riorganizzarsi. La ripresa è segnata da due novitĂ : una obbliÂgata, l’altra per precisa scelta di Lippi. Non c’è Buffon, bloccato dai solito problemi alla schiena ed al nervo sciatico. Al suo posto Marchetti. Il 4-2-3-1 si trasforma in un 4-3Â3 con Marchisio sulla linea di Montolivo e De Rossi e Iaquinta e Pepe su quella di Gilardino. Al 9′ si rischia il tracollo: Vera spara, MarÂchetti forse c’è, la palla va vicinissima al palo. Risponde Montolivo da fuori, palla troppo centrale, Lippi cambia ancora. Fuori l’impalÂpabile Marchisio, dentro Camoranesi. L’Italia si mette a specchio con il Paraguay passando al 4.4.2. Improvviso come lo svantaggio, arriÂva il pareggio azzurro corner di Camoranesi, uscita folle di Villar e zampata vincente di De Rossi. L’Italia cresce. Al 26′ fuori Gilardino dentro Di Natale. Attacchiamo solo piĂą noi. Ma il risultato non cambia. Gli scettici hanno pane per i loro denti. Ma ce n’è anche per chi ci crede. Appuntamento a domenica 20 giuÂgno: alle ore 16 c’è la Nuova Zelanda.Simone Cerrano