Ha messo in allarme consiglieri e assessori il documento che circola a Palazzo Lascaris da venerdì scorso, la bozza del decreto del Governo sui tagli da imporre alle Regioni dopo gli scandali partiti dal Lazio. La scure in arrivo da Roma significherebbe una riduzione delle spese stimata dagli uffici di piazza Castello fra i 7 e i 10 milioni di euro l’anno, che si aggiungerebbero alle economie giĂ attuate in questo biennio dall’assemblea piemontese.
A conti fatti non piĂą dell’uno per mille di tutto il poderoso bilancio regionale, che pareggia a 9 miliardi di euro, sanitĂ compresa. Ma la sforbiciata andrebbe a toccare nel vivo il portafoglio dei politici locali e il funzionamento dei gruppi sorpassando anche le piĂą austere proposte arrivate nelle ultime settimane sulla scrivania del presidente del Consiglio Valerio Cattaneo. E così da via Alfieri si prova a lanciare un estremo sos: in questo modo, sosteneva ieri piĂą di un capogruppo, non solo il lavoro del personale ma lo stesso funzionamento della macchina amministrativa sarebbe a rischio. Anche con queste motivazioni, e in attesa di veder pubblicata la versione definitiva del decreto nella Gazzetta ufficiale, ogni decisione sui tagli è stata rinviata a venerdì.
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