La prima inchiesta giudiziaria sul rogo della Continassa si è chiusa ieri mattina con la richiesta di giudizio immediato depositata dal sostituto procuratore Laura Longo nei confronti dei due indagati, il ventenne Luca Oliva e il sessantenne Guido Di Vita. La seconda indagine sul blitz del dicembre scorso sta per entrare nel vivo con la imminente iscrizione dei primi nomi nel registro degli indagati. Nomi che dovrebbero essere al massimo una decina, non di più.
Nei confronti degli unici due personaggi al momento accusati di aver preso parte al raid incendiario che distrusse baracche e roulotte nell’accampamento rom delle Vallette, la procura possiede prove ritenute granitiche. In particolare, un filmato inchioderebbe il giovane Oliva e in un’intercettazione ambientale vi sarebbe la “confessione” inconsapevole del pensionato Di Vito: il primo sarebbe stato infatti filmato mentre si muoveva in direzione del campo brandendo un bastone; il secondo, invece, avrebbe confidato a un amico di essere entrato nell’accampamento poi distrutto dalle fiamme, non immaginando tuttavia di essere intercettato dai carabinieri. Luca Oliva e Guido Di Vita, residenti alle Vallette, sono accusati di incendio e resistenza a pubblico ufficiale, e a entrambi il pm Longo ha pure contestato le aggravanti dell’odio razziale e dell’aver agito contro edifici abitati.
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