«Non siamo dei truffatori come veniamo dipinti, il denaro investito nella De Tomaso è stato completamente utilizzato per sviluppare il progetto industriale ». Gianluca Rossignolo, figlio di Gian Mario, difende l’operato suo e quello della sua famiglia in questi due anni di attività, dopo che i dati di bilancio della società sono stati resi noti insieme al disavanzo accumulato, che ammonta a circa 24 milioni di euro: «Non ci siamo intascati nulla», assicura Rossignolo, secondo il quale con un investitore disposto a mettere 30 milioni di euro sul piatto, le linee produttive potrebbero partire nell’arco di qualche mese.
In base a quanto sostiene il suo vicepresidente, l’azienda sta studiando un modo per uscire da una impasse che rischia di esserle fatale, «con l’alternativa – aggiunge Rossignolo – che i lavoratori facciano altri quattro o cinque anni di cassa integrazione in attesa di avviare, a patto di trovarlo, un progetto alternativo al nostro». Il fatto che i revisori dei conti abbiano ipotizzato il reato di malversazione «è un atto dovuto», dice. E sottolinea che « dopo un’ispezione, la Regione Piemonte ha approvato l’utilizzo dei fondi che ci sono arrivati per l’innovazione tecnologica ».
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