In Italia c’è il rischio di nuovi attentati e la Valle di Susa è « uno dei principali fronti di lotta, un focolaio di tensione con rischio di derive radicali». L’ennesimo allarme questa volta arriva da Roma, dove ieri il direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi), Giorgio Piccirillo, è stato sentito dalla commissione Affari Costituzionali della Camera nell’ambito di un’indagine sui recenti fenomeni di protesta organizzata in forma violenta, e sulle possibili misure da adottare per prevenirli e contrastarli. Un’audizione nel corso della quale si è spaziato dal recente attentato al dirigente di Ansaldo gambizzato a Genova agli scontri di ottobre a Roma, passando per gli innumerevoli episodi contro Equitalia e la lotta agli inceneritori. Ma, inevitabilmente, ampia parte della relazione è stata riservata ai No Tav.
Due i punti fondamentali riportati da Piccirillo: il movimento è in crisi di numeri e di strategie ma proprio per questo rischia di diventare preda di frange violente che potrebbero strumentalizzare la lotta al treno veloce e farla diventare terreno fertile per innalzare il livello dello scontro a livello nazionale.
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