Ora come allora, la domanda per Mirna e Antonella Coggiola è una sola: perché. Vedova e orfana di un uomo ammazzato dalle Brigate Rosse. Peggio, morto dissanguato in mezzo alla strada dopo essere stato gambizzato con 12 colpi calibro 7,65. A premere il grilletto Nicola D’Amore. Lo stesso terrorista che dopo aver scontato una condanna ventennale per i suoi trascorsi nell’eversione armata e per un tentativo di rapina finito ancora prima di cominciare, nel 1996, ha chiesto e ottenuto di essere sposato con rito civile dal sindaco di Torino, Piero Fassino. «Un atto di civiltà e di riconciliazione, per una persona che ha scontato il suo debito con la giustizia» ha spiegato a più riprese il primo cittadino. «Una decisione per la quale non riusciamo a darci una risposta. Siamo allibiti. Senza parole» ribattono la vedova e l’orfana. Tornando, ora come allora, a porsi un’unica domanda: perché. Mirna Coggiola oggi ha 76 anni. Quando D’Amore ha ucciso suo marito ne aveva 42.
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