In un quadro generale parla di desertificazione industriale, impennata dei prezzi e crollo del potere d’acquisto, alle famiglie piemontesi altro non resta che rivolgersi al credito. Banche, innanzitutto. Sempre che un assegno protestato o una segnalazione al registro dei cattivi pagatori non indirizzi i cittadini alla presa con la crisi e i suoi costi verso una finanziaria. Una dinamica che in appena quattro anni, tra il 2008 e il 2011, ha portato un aumento dell’in debitamento medio delle famiglie torinesi del 30,1 per cento, secondo i dati elaborati dall’Ires-Cgil sulla base delle rilevazioni della Cgia di Mestre. In termini strettamente economici, nel solo capoluogo si tratta di un indebitamento medio di 19.842 euro. E tra il 2009 e il 2011 i soggetti che hanno richiesto un aiuto sono aumentati di 10.100 unità.
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