Il boss di Volpiano Rocco Trimboli, 45 anni, l’erede del capo dei capi della ‘ndran gheta Pasquale Marando, è stato arrestato ieri dai carabinieri di Reggio Calabria. Ai vertici dell’o rganizzazione criminale, Trimboli è forse il narcotrafficante italiano più accreditato in Sudamerica. Elemento di spicco della criminalità organizzata, secondo i pentiti Rocco Varacalli e Rocco Marando che lo accusano, sarebbe depositario di mille segreti della mafia calabrese.
Aveva fissato il suo quartier generale nel Torinese e con le sue trame e i soldi incassati con il traffico di cocaina, ha contribuito, da vent’anni a questa parte, al diffondersi e al radicarsi delle cosche in Piemonte. Uno dei cento latitanti più pericolosi, Rocco Trimboli è stato arrestato nel cuore della notte in una casa di Casignana, un centro dell’Aspromonte nella Locride. Era “ospite” di una coppia di anziani coniugi, denunciati per favoreggiamento. Il latitante, che non era armato, non ha opposto resistenza e, anzi, si è complimentato con i carabinieri del Ros e con i Cacciatori di Calabria che, insieme, avevano fatto irruzione nel suo nascondiglio.
Una vera e propria “primula rossa”, negli ultimi due anni Trimboli era sfuggito alla cattura decine di volte. I carabinieri hanno trovato numerosi bunker utilizzati per la sua latitanza. Rifugi a ” cinque stelle”, dotati dei più sofisticati sistemi tecnologici di sorveglianza. Erano stati scavati a Platì, sotto le abitazioni di parenti o affiliati alla cosca.
Tutti i particolari su CronacaQui in edicola il 25 aprile