È un disastro il bilancio dell’inverno sulle montagne del Piemonte. Colpa della mancanza di neve, della crisi, e in qualche caso anche delle proteste No Tav se il borsino delle presenze e del fatturato ha fatto registrare un crollo del 20-25 per cento rispetto all’anno precedente. Lo dicono gli stessi operatori del settore, interpellati dall’Osservatorio turistico della Montagna che ha stilato un rapporto sull’andamento della stagione appena conclusa. «Da dimenticare, la peggiore degli ultimi dieci anni» sostengono 6 operatori su 10, penalizzati soprattutto dai pessimi risultati del periodo natalizio, non compensati dalla leggera ripresa fra Capodanno ed Epifania (comunque stabili rispetto al 2010-2011) e dalla Pasqua di inizio aprile.
In contrazione la vendita degli skipass e le settimane bianche, ridotta la durata media dei soggiorni e la spesa pro-capite. Va male quasi ovunque – si salva la Val d’Aosta – ma in Piemonte va malissimo, tanto che peggio fa solo il Veneto dove spicca il meno 30 per cento di Cortina.
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