Il giorno dopo la grande protesta, quella che ha portato 400 tra educatrici, maestre e genitori sotto le finestre di Palazzo Civico, il sindaco Piero Fassino corre a gettare acqua sul fuoco. Assicurando entro i primi di maggio una soluzione che porti la Città a confermare gli attuali standard dei Servizi Educativi e che tuteli i lavoratori del settore.
«Nessuno vuole smantellare il sistema educativo o rinunciare al suo carattere pubblico» è la promessa che il primo cittadino ha formulato in un incontro informale insieme con il suo assessore all’Istruzione Maria Grazia Pellerino. Un annuncio che però deve coniugarsi con due variabili esterne che non possono essere ignorate: da una parte il blocco delle assunzioni che non permetterà di rinnovare il contratto a circa 250 precari delle scuole d’infanzia, dall’altra le oggettive difficoltà finanziarie con le quali la Città deve fare i conti. «Per questo motivo – ha specificato Fassino – non possiamo più concepire un unico modello di erogazione interamente pubblico. Piuttosto dobbiamo immaginare un sistema misto e alternativo». «Un nuovo soggetto giuridico – ha quindi aggiunto l’assessore Pellerino – che sia contenitore del servizio e che mantenga la sua governance in mano pubblica».
Un tema sul quale la titolare delle deleghe ai Servizi Educativi aveva anche avanzato la proposta di istituire un’Ipab, un istituto di assistenza e beneficenza che potesse gestire una quindicina di asili appoggiandosi agli insegnanti precari del comitato “Zero-Sei”. Ipotesi che si è però scontrata con il parere legale negativo comunicato ieri mattina dall’avvocatura comunale a sindaco e assessore. Per questo motivo, Fassino ha annunciato la volontà di mettere a punto entro il mese prossimo una «soluzione ponte» per il 2013 che possa garantire l’apertura delle 83 scuole materne e dei 54 asili della Città e che possa al contempo pensare ai lavoratori del comparto. «Una gara? Stiamo valutando diverse ipotesi» ha proseguito il sindaco.
Sottolineando però che « di strutture dove il servizio non è erogato direttamente da noi ce ne sono già cinque e potrebbe essercene anche qualcun’altra ». Un discorso a parte sarà invece quello per l’anno scolastico 2013-2014, quando – patto di stabilità permettendo – il Comune potrà tornare ad assumere. Ed è qui che si inserisce il nuovo modello misto pubblico- privato auspicato da Fassino. «Il quadro normativo è ancora molto frastagliato – ha spiegato – il soggetto esterno potrebbe essere un’azienda speciale o una fondazione. Certo, è un percorso più lungo, anche perché presuppone l’individuazione di partner. Ma è una prospettiva: Torino ha un livello di servizio più alto della media nazionale, sarebbe sbagliato rinunciare a quello che è un traguardo di civiltà». E una mano al Comune potrebbero anche darla i sindacati, convocati questa mattina per un nuovo vertice con l’amministrazione. Se Cgil, Cisl e Uil dovessero accettare un allungamento dell’orario lavorativo da 26 a 30 ore settimanali, le strutture che andranno a gara potrebbero essere nove e non più 15.