La scritta che sovrasta l’edificio è la stessa di quella di Pomigliano: “Noi siamo quello che facciamo”. L’unica differenza è che è in serbo (“Mi smo ono sto stvaramo”), dal momento che si tratta dello stabilimento Fiat di Kragujevac, dove viene prodotta la 500L, «una vettura chiave» per il futuro del gruppo, «un simbolo delle sue ambizioni di sviluppo», come ha sottolineato ieri Sergio Marchionne, al battesimo del nuovo stabilimento in Serbia che un tempo produceva la Zastava e dal quale nel 1953 usciva la Jeep Campagnola, un marchio che oggi da parte della famiglia FiatChrysler.
Anche la cerimonia ricorda quella vista a Pomigliano a dicembre, con gli operai sorridenti in tuta grigia, le firme sul primo modello uscito dalle linee supertecnologiche e un lungo elenco di personalità, dal presidente del parlamento serbo, Slavica Djukic-Dejanovic, che ha l’interim di presidente della Repubblica, all’ambasciatore italiano a Belgrado, Armando Varricchio, fino al sindaco di Kragujevac, Veroljub Stevanovic. Marchionne, che prima ha fatto tappa a Belgrado per incontrare il presidente uscente Boris Tadic, sostenitore convinto dell’investimento, ha spiegato che «il nostro obiettivo non era solo quello di rendere l’impianto più moderno ». «Volevamo anche trasformare questo luogo in un vero polo industriale – ha aggiunto – capace di attirare nuovi investimenti. Per questo abbiamo previsto di creare un nuovo parco in cui insediare i nostri fornitori».
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