Finalmente libero. L’avventura di Paolo Bosusco, la guida turistica valsusina rapita dai ribelli maoisti nello stato di Orissa, in India, il 14 marzo scorso, si è conclusa la notte scorsa dopo quasi un mese di prigionia nel corso del quale ha dovuto fare i conti con la fame e le malattie. Bosusco, durante il mese di prigionia, ha perso 10 chili.
La guida, che da 19 anni lavora in India, era stato sequestrato nella foresta di Soroda, al confine fra i distretti di Kandhamal e Ganjam, mentre accompagnava in un trekking, insieme a due aiutanti indiani, il turista Claudio Colangelo, anch’egli rapito ma poi rilasciato il 25 marzo. «Sono finalmente libero. Sto bene. Adesso ho bisogno di un po’ di riposo», ha esordito il 54enne di Condove, appena giunto nella capitale di Orissa Bhubaneswar. Era vistosamente dimagrito ma sorridente: «Sono stati 28 giorni di vacanza pagata», ha detto. Una battuta, fatta forse più per sdrammatizzare, di cui si è scusato poco dopo. «Purtroppo il cibo era quello che era, i maoisti hanno cercato di darmi il meglio che potevano, però, viste le condizioni nella giungla più di tanto non potevamo mangiare. Oltretutto ho avuto due volte la malaria – ha raccontato -. Ma sono abituato a soffrire e non è stata poi così dura. È stato peggio quando avevo con me altre persone di cui avevo la responsabilità: poi è andato tutto bene».
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