La perdita del lavoro e della stabilità economica «nel periodo in cui la crisi ha cominciato a mordere» sono la principale causa dell’au mento di utenti in carico ai dipartimenti di salute mentale in Piemonte. Una crescita, calcolata tra il 2009 e il 2010, in poco meno di 2mila unità, da 56.700 a 58.600 utenti. Nella nostra regione, non a caso, si registrano circa 400 suicidi all’anno e due persona su 10 – circa 840mila per una media annuale di oltre 40mila – sono interessate da disturbi mentali lievi, medi o gravi per una media di circa 8.500 ricoveri all’anno con diagnosi di disturbo psichico. Un tabù per quasi la metà delle persone ne soffrono o accusano sintomi di depressione: il 46%, infatti, non ne ha mai parlato con nessuno e solo il 30% si è rivolto ad un operatore sanitario. I numeri li ha raccolti il responsabile degli uffici pastorali che si occupano di salute per la Caritas, Ivan Raimondi, in vista del convegno “Il dolore della mente” che sarà ospitato sabato presso la parrocchia di Gesù Redentore a Mirafiori. «L’obiettivo del convegno è quello di stimolare l’attenzione sul tema della sofferenza psichica sempre più drammatico e diffuso sul nostro territorio spiega Raimondi -. I dati a nostra disposizione dimostrano come la crisi economica e l’aumento del precariato abbiano inciso molto e fatto sentire il proprio effetto proprio in questa direzione».
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