L’ora del travaglio in casa della Lega si legge anche nei tanti messaggi scritti su Internet, parole che arrivano da elettori e simpatizzanti e che solo fino a pochi giorni fa sarebbero state inimmaginabili. Voci critiche, di protesta, in qualche caso costruttive, in altri simbolo di sfiducia. Ieri le dimissioni da consigliere regionale di Renzo Bossi, il Trota, e l’ipotesi di una decisione analoga anche per la senatrice Rosy Mauro – a chiederle lo stesso Calderoli – hanno aggiunto un altro tassello alla delicata nottata del Carroccio, iniziata con l’abbandono di Umberto Bossi dalla carica di segretario in seguito alle inchieste della magistratura.
I vertici piemontesi, a cominciare dal governatore Roberto Cota, saranno questa sera a Bergamo per la “festa dell’orgoglio leghista”, insieme al Senatùr e al triumvirato (Maroni, Calderoli, Dal Lago) che ora guida il partito. «Forza, ci è capitata questa prova durissima, faremo chiarezza e ci rilanceremo, più forti di prima!» ha scritto Cota su Twitter, invitando i militanti a Bergamo. Più tardi ha aggiunto: «Onore al merito per la scelta fatta da Renzo Bossi. Stiamo avendo la reazione giusta, quella che ci chiedono i nostri militanti e la gente. I gufi del malaugurio si rintanino pure». Era stato tirato in ballo anche lui, poche ore prima, in merito all’assunzione di Alessandro Marmello, che fu autista di Renzo Bossi nel 2009 per tre mesi e ora accusa il figlio del Senatùr di aver sottratto per fini personali denaro dalle casse del partito. Il contratto era stato emesso dal gruppo leghista alla Camera e intestato a Cota in quanto capogruppo. Ai tempi il giovane Bossi non aveva cariche ufficiali.
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