Il volto non si vede. Anche il giovane archeologo vicino di casa di Musy, ossia la persona che ha risposto al videocitofono quando l’attentatore ha suonato per farsi aprire il portone dicendo «Devo consegnare un pacco», avrebbe difficoltà a descrivere quel viso celato dalla visiera del casco. Dunque, bisogna concentrarsi su altri aspetti, almeno per quanto concerne quel poco che le immagini delle telecamere di sorveglianza, con la conseguente risoluzione, possono permettere di discernere.
IL CASCO
Il primo elemento è il casco: nero con una vistosa decorazione bianca, si tratterebbe di un modello “Nano Jet” della marca “Acerbis”. Un classico modello da città – adatto per chi si sposta su maxiscooter per esempio – e la macchia bianca che si intravede sul retro sarebbe appunto la scritta “Acerbis”. Non si tratta di un modello molto diffuso, ma certo abbastanza per rendere complicata la ricerca in tutti i negozi di accessori per motociclisti.
Tutti i particolari su CronacaQui in edicola il 6 aprile
Per vedere il video dell’aggressore clicca qui