La prima gazzella arriva sessanta secondi dopo l’allarme, e qualche istante più tardi tutto l’isolato intorno alla banca è circondato. Un rapinatore che si era intrufolato nel caveau ha appena colpito alla testa il direttore della Banque Chaabi du Maroc di via Belfiore 38. E gli uomini dell’Arma temono che sia rimasto asserragliato all’interno. «Ha una pistola – dice un militare dopo aver indossato il giubbotto antiproiettile – ma non ha ostaggi». L’allarme cessa dopo mezz’ora. Il tempo di controllare i locali dell’istituto di credito e scoprire che in un muro della stanza della cassaforte c’è un buco. Il rapinatore, ammesso che fosse solo, è entrato e uscito di lì. E prima di far perdere le proprie tracce si è pure cambiato lasciando a terra un paio di pantaloni, uno di guanti, una felpa, una coppola e due passamontagna.
I carabinieri hanno trovato la sua “divisa” in una cantina del palazzo che si affaccia sul cortile nel retro della banca. La stessa in cui è stato praticato il foro per raggiungere il caveau. A terra, accanto agli abiti, un piede di porco, la mazzetta utilizzata per rompere i mattoni e un coltellaccio da cucina. La pistola, invece, il rapinatore l’ha portata con sé.
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