Con l’incidente di sabato all’inceneritore del Gerbido salgono a 17 in soli tre mesi le vittime sul lavoro in Piemonte. La caduta dall’impalcatura che è costata la vita all ‘operaio 48enne Cosimo Di Muro, va ad aggiungersi ad una serie di episodi tragici tutti avvenuti nel torinese nelle ultime settimane: a inizio marzo un analogo volo da un ponteggio, sempre nel cantiere del Gerbido, risultò fatale ad Antonio Carpini, pochi giorni dopo il geologo Salvatore Parco e l’operaio Alfredo Cionfoli sono stati travolti mentre lavoravano sul l’autostrada Torino- Aosta, mentre l’autista Alfonso Chirichello è rimasto folgorato su una gru a Chivasso. Una settimana fa non ha lasciato vittime sul terreno ma ha provocato gravi ustioni a quattro operai l’esplosione verificatasi alla Lafumet di Villastellone.
I dati sono allarmanti, in controtendenza con il calo delle morti bianche registrato dall’Inail nel corso del 2011. Rispetto al 2006, sono scese addirittura del 45 per cento, mentre gli infortuni sono il 25 per cento in meno. Diminuzioni che però non possono far sorridere più di tanto, perché legate alla crisi e quindi al calo delle ore lavorate più che a un reale aumento dei livelli di sicurezza. E che le statistiche non possono cogliere in pieno, dato che nel computo degli occupati stilato dall’istituto figurano anche i cassintegrati.
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