«Aveva detto che non mi avrebbe più accusato di non essere un buon padre e quando invece l’ha rifatto di nuovo ho perso la testa, non ci ho più visto, ma non volevo ucciderla, non volevo». Così, tra le lacrime, Giuseppe Baudo, assistito dall’avvocato Marco Marchio, ha raccontato l’omicidio di sua moglie ai carabinieri e al procuratore Paola Stupino. Un interrogatorio in alcuni momenti drammatico, più volte interrotto dalle crisi di pianto del 68enne che, con il passare delle ore, cominciava a realizzare cosa aveva appena fatto.
L’omicidio è avvenuto domenica, al termine di un litigio scoppiato a causa di un appartamento venduto poco tempo fa dalla coppia. La cessione aveva fruttato circa 120mila euro che Baudo e la moglie, Rita Pullara, 64 anni, avevano deciso di dividere tra i due figli. A mettere alle strette la coppia pare siano state le continue richieste del figlio maggiore. Un rapporto difficile quello tra i genitori e il ragazzo, conosciuto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti. «Ci ha chiesto prima 10mila euro, poi il giorno dopo ne voleva 20mila ha spiegato Baudo -, ma noi quei soldi ancora non li avevamo». Il padre avrebbe comunque voluto dividerli in parti uguali mentre la madre avrebbe preferito darne di più al maggiore, forse con la speranza che gli servissero per mettersi su una strada migliore. Da qui una lunga serie di discussioni, come già era successo in passato.
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