La polizia municipale si adegua al decreto svuotacarceri, e con una circolare del settore Servizi Integrati fissa le nuove procedure da seguire in caso di arresto in flagranza per i reati di competenza del tribunale monocratico. Il carcere – si spiega nel documento datato 6 marzo – d’ora in avanti sarà l’ultima risorsa. E i vigili dovranno svolgere anche compiti di “scorta”, custodia e controllo dei luoghi in cui vengano eventualmente disposti i domiciliari. Le nuove norme non si applicano a chi sia finito in manette per furto in abitazione, scippo, rapina o estorsione, che verrà trasferito alle Vallette. Ma per tutti gli altri reati che prevedono una pena fino a dieci anni e quelli in materia di stupefacenti sì. E così, lo spacciatore che fino a qualche tempo fa sarebbe finito subito al Lorusso e Cutugno, probabilmente, adesso attenderà la convalida a casa sua.
La decisione, comunque, spetta al pubblico ministero. «In prima istanza – si legge sulla circolare – il pm dispone gli arresti domiciliari», a condizione che sussistano una serie di requisiti, tra cui «la prova dell’adeguatezza (anche in termini di servizi igienici) del luogo indicato per l’ospitalità».
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